È tempo di esami, anche nel mondo del calcio, ma questa volta non si giocano sul campo. Le valutazioni avvengono fuori dal terreno di gioco, precisamente sui tavoli di due organismi “istruttori” incaricati di verificare i requisiti delle squadre che desiderano iscriversi ai campionati. I protagonisti sono la Co.vi.So.C, che controlla l’equilibrio economico-finanziario delle società calcistiche professionistiche, e la Commissione Criteri Infrastrutturali e Sportivi-Organizzativi, responsabile della verifica degli stadi dei club.
Le tappe di questo processo sono le seguenti: oggi scade il termine per valutare Lecco e Reggina. Dopo la rinuncia del Pordenone e la probabile esclusione del Siena, c’è un altro club a rischio. Le società che non soddisfano i requisiti riceveranno una comunicazione di non conformità e avranno tempo fino alle 19:00 del 5 luglio per presentare ricorso. Successivamente, i club in bilico si avvarranno degli avvocati per difendersi, ma non potranno integrare la documentazione. Il giovedì successivo, le commissioni si riuniranno nuovamente per prendere una decisione definitiva o inviare il caso al consiglio federale il giorno successivo, con un possibile esito negativo non vincolante. La decisione finale spetterà all’organo politico, prima di coinvolgere eventualmente il Collegio di Garanzia per lo Sport, il Tar e il Consiglio di Stato.
È quindi possibile che stasera si abbia un “pre-verdetto”, ma ci saranno altre fasi da affrontare prima di conoscere le squadre che parteciperanno alla Serie B nella stagione 2023-2024. La Reggina è a rischio, mentre Lecco sembra essere meno in pericolo, stando ai commenti pre-partita. Questa decisione riguarda anche le squadre che potrebbero essere ammesse, come il Brescia e il Foggia. Il club lombardo ha già presentato un ricorso al Collegio di Garanzia per lo Sport, ma è stato giudicato inammissibile.
La situazione è complicata per Lecco e Reggina. Per quanto riguarda Lecco, c’è un ritardo nella presentazione della documentazione per l’utilizzo dello stadio Euganeo di Padova, scelto come “casa” temporanea perché lo stadio di Lecco non soddisfa ancora i requisiti. Per la Reggina, invece, il problema riguarda il mancato pagamento di alcuni emolumenti entro le scadenze previste dalla federazione.
Per Lecco, la questione ruota attorno all’invio tardivo della firma del prefetto di Padova, necessaria per ottenere l’autorizzazione all’utilizzo dello stadio. La firma è stata inviata con qualche ora di ritardo (alle 19:00 del giorno successivo) insieme ad alcuni documenti supplementari. La difesa principale è che, sebbene i termini siano considerati “perentori” nel Manuale delle Licenze Nazionali, è importante considerare che la data dell’ultima partita dei playoff è stata spostata dalla Lega Pro dall’11 al 18 giugno per precauzione dopo il caso Siena. Ciò ha ridotto il tempo disponibile per preparare la documentazione da 9 giorni a soli 48 ore. Anche la Lega di Serie B, guidata da Mauro Balata, ha ammesso il problema.
Per quanto riguarda la Reggina, la situazione riguarda l’equilibrio economico-finanziario. L’obiettivo dei controlli è evitare che una società fallisca durante il campionato. La società non ha rispettato le scadenze stabilite dalla federazione, preferendo seguire le prescrizioni del Tribunale Fallimentare. Secondo tali prescrizioni, la Reggina può pagare i debiti con l’Erario entro il 12 luglio e gli incentivi all’esodo entro il 12 ottobre. Tuttavia, il consiglio federale, il 19 aprile, ha modificato le norme per rafforzare la specificità dell’ordinamento sportivo rispetto a quello statale, rendendo il rispetto del termine “entro” il rischio più grande per la Reggina.