Delio Rossi

È ufficiale, Delio Rossi non ricopre più il ruolo di allenatore del Foggia. Il tecnico riminese ha appena annunciato la sua decisione motivata da ragioni personali. “Avrei preso la stessa decisione anche se fossimo riusciti a raggiungere la Serie B. Per essere un allenatore devi essere razionale, ma qui non riesco a esserlo. Sono troppo emotivamente legato a questa squadra. Ho vissuto due mesi e mezzo da prigioniero e non ce la faccio più. Per lavorare è necessario avere serenità, e questa squadra ha bisogno di un allenatore meno coinvolto emotivamente. Non ci sono altri motivi. Sarò e rimarrò un tifoso del Foggia.”

La decisione non è stata improvvisa: “La scelta è stata maturata molto tempo fa. Avevo già questa idea un mese fa. Sono un combattente, ma il problema è il mio coinvolgimento eccessivo. Non riuscirei a svolgere il mio lavoro con serenità, danneggiando solo il Foggia se rimanessi.” Il comunicato arriva dopo una breve retrospettiva della sua breve, ma intensa esperienza come allenatore del Foggia: “Ringrazio il presidente per avermi dato l’opportunità di allenare il Foggia, mentre altri hanno solo fatto finta di farlo.” Poi il pensiero va alla squadra: “Questo è un gruppo incredibile. Non avete idea di cosa abbiano fatto, di cosa abbiano affrontato: 3 direttori sportivi, 5 allenatori, contestazioni e l’assenza di campi di allenamento. Ci sono giocatori che hanno giocato con una gamba sola, altri con infiltrazioni. E c’è qualcuno che ha osato criticarli, a mio parere ingiustamente. Mi sono messo a disposizione dei ragazzi e loro lo hanno capito, dedicandosi completamente a me. Sarò sempre grato a loro per questo. Ringrazio tutti coloro che hanno permesso di coltivare questo sogno.”

Non manca una nota polemica anche riguardo a quanto accaduto nella doppia sfida contro il Lecco: “Non ho capito perché il risultato finale non sia arrivato. È successo qualcosa che va al di là del calcio. Ho un’idea in mente, ma me la tengo per me.”

C’è anche spazio per ripercorrere mentalmente l’avventura nei playoff: “La partita più difficile era la prima, considerando la lunga pausa. Abbiamo lavorato tatticamente e fisicamente (senza esagerare). Poi c’è stata la sfida contro Cerignola, una squadra molto ostica e ben allenata, con caratteristiche che potevano metterci in difficoltà, specialmente sul loro campo. La partita al ‘Monterisi’ è stata influenzata dagli errori commessi da noi stessi e condizionata dal campo, poiché lì bisogna giocare in un certo modo. La partita decisiva è stata quella di ritorno, che mi ha fatto capire che saremmo arrivati fino in fondo.” Per quanto riguarda il doppio scontro con il Lecco, che ha infranto i sogni rossoneri: “In panchina non sempre hai la prospettiva corretta. Ma il rigore non concesso a Frigerio era evidente. Questa squadra non ha ottenuto ciò che meritava. Ma questo non deve essere una scusa, né voglio passare per una vittima”.